domenica 28 novembre 2010

Marco Vitale: una visione "non ortodossa" sulle prospettive dell'Italia

L'Italia è in grado di uscire dalla crisi e, anzi, di essere un esempio per il mondo, se solo gli Italiani hanno fiducia in sè stessi e nelle proprie capacità. Tali capacità, misconosciute a causa della demoralizzazione di massa che li affligge, sono peculiari degli Italiani, come dimostrano recenti trend macroeconomici, e risedono nel loro DNA storico, se si considerano gli ultimi 1000 anni e non solo gli utlimi 10 (o 100).
I mali gravi del nostro Paese - che inducono la demoralizzazione - ci sono e sono reali e cronici (le "piaghe bibliche") ma non sono imputabili alla crisi mondiale.
Questa, invece, non fa altro che evidenziarli e spingerci ad esserne consapevoli e, quindi,  finalmente, ad affrontarli.

Come può ciascuno di noi contribuire? Questo lo aggiungo io:

  • sensibilizzando su questi argomenti, ciascuno come può, parenti, amici, giornalisti, colleghi, capi, blogger e chi più ne ha più ne metta, per contribuire alla diffusione di questa consapevolezza
  • votando le persone (non i partiti) che dimostrano chiaramente di condividere questo messaggio 

E ' questo, a mio parere, il succo del discorso che il Prof. Marco Vitale, economista di lungo corso noto per la sua imparzialità e indipendenza sia politica che inellettuale, ha tenuto recentemente alla Columbia University di New York nell'ambito di un convegno dedicato all'Italia e intitolato: "Italy 2020 Inspiring Italian Future".
Il messaggio è, in effetti, fuori dai consueti schemi cui politici, giornalisti ed economisti (e normali cittadini) italiani sono abituati a riferire il proprio paese. Ed è un messaggio di ottimismo sul futuro che si basa su due osservazioni cruciali, una fondata sui numeri e l'altra sulla Storia.

Consiglio di leggerlo con attenzione: oltre che godibile e circostanziato, l'ho trovato veramente illuminante.

Qui l'intero discorso in PDF

giovedì 18 novembre 2010

Rockmelt: il "social browsing"

Il nuovo browser basato su Chrome sta già diventando un "cult"?
Giusto una settimana fa un illuminato manager di quasi 60 anni mi segnalava Rockmelt. Il giorno dopo ne parlava Webnews. Sono riuscito ad avere l'invito (necessario per scaricare il browser) da un collaboratore durante una riunione :-) e da qualche giorno lo sto utilizzando abbastanza intensamente.
Devo dire che ne sono affascinato. L'usabilità è il suo forte in particolare direi:
  • sulla sinistra c'è una barra in cui appaiono, volendo, i tuoi contatti facebook attualmente online
  • Sulla destra una barra altrettanto stretta mostra le icone di Facebook e Twitter indicando quanti feed nuovi sono presenti sul tuo wall. E' possibile anche utilizzare questa barra come feed reader in quanto si possono aggiungere gli rss feed di quanti siti si vogliono
  • la ricerca apre una finestra laterale con i risultati senza nascondere la pagina che si sta visualizzando. Cliccando sui risultati appare il sito relativo, ma la finestra rimane aperta in modo che cliccando su ogni link si possono visualizzare le pagine a pieno schermo ma senza cambiare pagina. Purtroppo la ricerca è settata su Google.com e non la si può modificare in Google.it...
  • Per il resto, prestazioni e modalità di utilizzo sono quelle di Google Chrome e quindi niente da dire
In sostanza è un Chrome "allargato" con la possibilità di tener sotto controllo (e di interagire) con i propri social network.
Sarà vera gloria?

venerdì 17 settembre 2010

Gartner prevede che Android sarà il numero 1

Analisi di Gartner per i sistemi operativi mobile.
Android posizionerà sul mercato 47,5 milioni di unità (17,7% di market share) già a fine 2010, andando a scalzare Rim dalla seconda posizione della classifica degli Os mobili più venduti.
Leader della graduatoria è tuttora Symbian con 107,6 milioni di dispositivi e il 40,1% del mercato.

La progressione di Android, che a fine 2009 aveva solo il 3,9%, culminerà nel 2014: 29,6% del mercato, 259,3 milioni di smartphone e risultato allineato a quello di Symbian (264,3 milioni e 30,2%).

P.S.: Ho ripreso la notizia da Broadcat&Video, ma sullo stesso numero si riporta anche la clamorosa notizia che Nokia utilizzerà Android!!!!

Amicizia virtuale in ambito lavorativo: poco apprezzate le richieste da fornitori e clienti

Riporto articolo tratto da Broadcast&Video 
L’amicizia via social network? E’ molto spesso un affare esclusivamente virtuale. Secondo uno studio condotto da Robert Half, società di recruiting specializzato, su un campione di 2.500 manager di undici paesi europei, un terzo delle persone accetta contro voglia le richieste di amicizia su Facebook ed epigoni. La ricerca spiega come, se la proposta proviene da un parigrado, nell’85% dei casi il destinatario è felice di riceverla.
L’imbarazzo cresce quando la richiesta proviene da un superiore: il 36% degli intervistati si mostra freddo in tali occasioni. Stessa percentuale di scettici se a cercare il contatto è un fornitore. Poco gradite anche le richieste di amicizia da parte dei clienti, scenario in cui gli scontenti sono il 25% del totale. Meglio non dare troppo peso, dunque, ai propri ‘amici’ di social network, almeno in ambito lavorativo.

sabato 8 maggio 2010

Socialnomics - Social Media Revolution

Erik Qualman ha pubblicato sul suo blog il nuovo video che illustra perché i Social Network sono ormai una realtà consolidata e non una moda passeggera.
Pur essendo inevitabilmente USA-centrico, il video per molti versi è valido anche per la realtà italiana. Qui di seguito i fatti secondo me più significativi:
  • Social Media has overtaken porn as the #1 activity on the Web
  • Facebook added over 200 million users in less than a year
  • iPhone applications hit 1 billion in 9 months.
  • We don’t have a choice on whether we DO social media, the question is how well we DO it.
  • The fastest growing segment on Facebook is 55-65 year-old females
  • Generation Y and Z consider e-mail passé – some universities have stopped distributing e-mail accounts 
  • Instead they are distributing: eReaders + iPads + Tablets
  • 34% of bloggers post opinions about products & brands
  • Do you like what they are saying about your brand? You better.
  • 78% of consumers trust peer recommendations 
  • Only 14% trust advertisements
  • Only 18% of traditional TV campaigns generate a positive ROI
  • We no longer search for the news, the news finds us

domenica 2 maggio 2010

Buoni Sconto Digitali: il punto di incontro da business off line e on line

Da pochi mesi Buonmercato e Finiper (catena di ipermercati) consentono agli utenti del primo e ai clienti del secondo di visualizzare, stampare buoni sconto da redimere presso i punti vendita a marchio Iper.
Da tempo Kiwari (il maggiore email marketing provider italiano nonché proprietario di Buonmercato) forniva un serivzio "push", cioè la possibilità di inviare un buono sconto via email.

I limiti, ovviamente, erano il numero di buoni che è possibile inviare via email e, conseguentemente, il fatto che la scelta del mittente non può sempre essere compatibile con le reali necessità di chi riceve l'email.

Una piattaforma web come Buonmercato, invece, consente un servizio "pull" dove, cioè, il numero di Buoni è potenzialmente illimitato e dove quindi è l'utente a scegliere i buoni che meglio si confanno alle proprie esigenze di spesa.
A mio parere ciò apre nuove interessanti prospettive all'utilizzo di internet da parte sia dei Retailer che della Marca.
  1. Riduzione dei costi e dei tempi rispetto ai coupon cartacei. Un conto è stampare volantini o carnet e distribuirli porta a porta o anche sul punto vendita; un altro è predisporre un buono virtuale in pochi minuti e metterlo a disposizione sul proprio sito
  2. Massimizzare l'efficacia delle campagne pubblicitarie. Oggetto della campagna (on line e off line), infatti, può essere proprio la destinazione verso il sito che ospita i coupn, promuovendo così una "call to action" che porta direttamente l'utente sul punto di vendita e quindi all'acquisto.
Ciò potrebbe aprire anche nuove prospettive per le concessionarie di pubblicità degli editori web, le quali potrebbero così trovare una chiave diversa e più interessante per attrarre gli investimenti delle Marche, notoriamente poco inclini a considerare il web un canale pubblicitario primario.

venerdì 2 aprile 2010

Applicazioni mobile: perché solo iPhone?!

E' vero che iPhone e relativo app store sono anche un fenomeno di business oltre che mediatico.
Tutti, anche in Italia, vogliono fare un applicazione per iPhone e, in realtà, ne vale la pena perché, grazie ad iTunes, la distribuzione è facile e immediata. Secondo me, tra l'altro, è questo il vero motivo del grande successo delle applicazioni iPhone.
Ma... e tutti coloro che non possiedono un iPhone? Quanti sono? E che penetrazione hanno nel mercato degli smartphone le piattaforme non-apple?
Ancora tantissimi! Come dimostra una ricerca di comScore, di cui riporto solo la tabella relativa alle quote di mercato di ogni piattaforma per i 5 principali paesi europei.
Forse vale la pena di non sottovalutare Nokia e Blackberry. No?

Top Smartphone Platforms
Share of Smartphone Subscribers 3 Months Avg. ending Jan. 2010
(Fonte: comScore MobiLens)
Country EU5 UK DE FR ES IT
Total Smartphone Subscribers 100.0% 100.0% 100.0% 100.0% 100.0% 100.0%
Symbian 60.9% 46.9% 55.1% 40.7% 73.5% 75.7%
Apple 14.5% 20.5% 15.3% 29.9% 6.5% 7.7%
Microsoft 14.1% 10.7% 19.9% 20.0% 12.8% 11.4%
RIM 8.3% 18.7% 6.8% 5.4% 5.2% 4.7%
Google 2.0% 3.0% 2.2% 3.7% 1.8% 0.4%

giovedì 1 aprile 2010

iPad: video recensione di PcMagazine

Un'esaustiva recensione della nuova icona di Steve jobs

Contenuti a pagamento: qualcuno lo fa diverso

Il nuovo iPad scatena emozioni nei media americani. Ma non tutti allo stesso modo.
Il Financial Time, per esempio, non si fida di vendere la propria applicazione ex abrupto, e ci prova in modo soft. Ha deciso di regalarla, almeno per due mesi, facendosela sponsorizzare.
Una buona idea?
Sempre che l'iPad si non si riveli un flop potrebbe essere un buon modello, niente di speciale, ma, almeno, a metà tra tradizione e innovazione.

Dall'altra parte, The Guardian, che ha fatto sempre propria la battaglia per l'internet free, visto il successo dell'applicazione per iPhone, venduta one-shot (per sempre) a solo circa € 3, sta pensando di di convertirla in abbonamento annuale. Se sono rose...

Qualche approfondimento sulla monetizzazione dei media digitali